Roma, 29 lug. (Adnkronos/Ign) – Il Consiglio di Stato ha accolto l`appello della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Difesa contro l`ordinanza del Tar del Veneto che aveva accolto la domanda di sospensione del progetto Dal Molin di ampliamento della base Usa di Vicenza.
Ma i No dal Molin promettono battaglia. “Se i lavori partiranno prima della data della consultazione e non verrà rispettato il volere della cittadinanza noi bloccheremo tutto“, minaccia Cinzia Bottene del movimento. “C`è chi si riempie la bocca della parola federalismo e poi pretende di decidere violando le procedure amministrative e i diritti dei cittadini. Noi – assicura – continueremo a difendere la nostra città dalle imposizioni e dalla militarizzazione: il futuro di Vicenza vale molto di più di qualche promessa compensazione“.
Da parte sua il sindaco di Vicenza, Achille Variati, conferma che ad ottobre i cittadini saranno chiamati a votare. “Il governo del Paese, quello regionale e locale, sono espressione della sovranità dei cittadini – dice – ed il parere dei cittadini è la democrazia“. “I cittadini – conferma il sindaco – si esprimeranno venendo a votare, ma anche non venendo a votare, e la loro opinione sarà pesante per tutti coloro che sono partecipi di questa operazione. Credo che da oggi siano gli americani a trovarsi nella situazione più difficile tra uno Stato che dice avanti tutta e una città , che li ha ospitati in amicizia per più di cinquanta anni, e che ora chiede soltanto di aspettare per permetterle di esprimersi“.
E anche il Codacons attacca. “La decisione del Consiglio di Stato relativa ai lavori per l`ampliamento della base Usa di Vicenza – attacca -, ci sembra una decisione di `ossequio`, evidentemente ai desideri di Berlusconi e del ministro La Russa, che il Codacons non può certo condividere, anche perché non dice nulla circa i gravissimi rischi ambientali denunciati dalla stessa valutazione di incidenza ambientale fatta realizzare dagli americani, e quindi non sospetta“.
“In tale valutazione – spiega il Codacons – si fa riferimento al rischio di inquinamento delle acque destinate ai comuni di Padova e di Vicenza, e ai gravissimi rischi ambientali per rilevanti zone di interesse comunitario come quella su cui ricade il fiume Bacchiglione“. “L`ordinanza del Cds lascia comunque il tempo che trova – conclude il Codacons – considerato che potrà avere effetto soltanto per due mesi, visto che l`8 ottobre Il Tar Veneto dovrà decidere nel merito sugli oltre 20 motivi di ricorso presentati e valutare concretamente i gravissimi rischi ambientali connessi ad un insediamento di oltre 2.500 nuove unità di militari che porterebbe all`utilizzo di tutta l`acqua delle falde acquifere della zona a favore della base americana“.