DA UDINE
V ia ai lavori per l’ampliamento della base americana di Vicenza. Lo ha dato il Consiglio di Stato, su ricorso della presidenza del Consiglio e del Ministero della difesa, bocciando la sentenza del Tar del Veneto che bloccava il cantiere. Ma i Comitati del Presidio permanente anticipano che a settembre scenderanno di nuovo in campo per bloccare i lavori. Almeno per un mese, finché non si pronunceranno i vicentini attraverso il referendum che il Comune sta organizzando. «Il consenso prestato dal Governo italiano all’ampliamento dell’insediamento militare americano all’interno dell’Aeroporto Dal Molin è un atto politico, come tale insindacabile dal giudice amministrativo, secondo un tradizionale principio sancito dall’art. 31 del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato». Così si è pronunciata la quarta sezione del Consiglio di Stato, ribaltando la decisione dei giudici del Tar che avevano ritenuto fondati i motivi del ricorso presentato nel settembre 2007 dal Codacons del Veneto e dall’E- coistituto Alex Langer di Mestre. Nell’ordinanza del Tar si sottolineava che «nessuna traccia documentale di supporto è stata riscontrata » sull’atto di consenso «presentato dal Governo italiano a quello degli Stati Uniti, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali». Il nullaosta del Ministero della Difesa, spiega il Consiglio di Stato «si inquadra nella procedura appositamente prevista per le attività a finanziamento diretto statunitense (secondo quanto previsto dall’accordo bilaterale Italia – Usa) la cui realizzazione è demandata ad una apposita Commissione mista costruzioni (CMC). «Per Vicenza non cambia nulla e i suoi cittadini – dice il sindaco Achille Variati – si esprimeranno a ottobre. Non commento gli atti giudiziari, ma credo che da oggi siano gli americani a trovarsi nella situazione più difficile, tra uno Stato che dice `Avanti tutta` e una città , che ora chiede di aspettare per permetterle di esprimersi ». E mentre i Comitati No Dal Molin parlano di «sentenza politica » e annunciano nuove proteste (la prima già ieri sera), il governatore del veneto, Giancarlo Galan, conclude: «Evviva il Consiglio di Stato e abbasso l’odioso fanatismo antiamericano di chi a Vicenza ha imboccato una pessima strada per fortuna rifiutata sia dalla sinistra riformista che dal Popolo della Liberta ».