Grande soddisfazione ma nessuna intenzione di sedersi sugli allori. Per il fronte del “no“ alla base, quello di ieri è stato il giorno più importante da quando è iniziata la battaglia contro il Dal Molin americano. Certo, l`elezione a sorpresa di un sindaco contrario a “Camp Ederle 2“ era stato un bel colpo, ma venerdì 20 giugno 2008 sarà ricordata come la data del primo vero stop al progetto statunitense. È singolare che ad avere segnato il primo punto a favore del “No Dal Molin“ sia stato il Codacons con il ricorso al Tar al quale ha aderito tra gli altri il Coordinamento dei comitati guidato da Giancarlo Albera. La sentenza ha così sorprendentemente bruciato sul tempo il Comune, che si appresta a presentare il nuovo ordine del giorno sulla base, la richiesta di moratoria e la consultazione popolare. Da ieri l`amministrazione comunale ha però un compito in più, stabilito dal Tar: vigilare sull`area. “Il Dal Molin è stato sospeso per cause gravi e a vari livelli – osserva Albera – Su dieci documenti che avevamo legittimamente richiesto allo Stato, ce ne hanno forniti solo due. È il successo del diritto alla trasparenza e alla conoscenza. Le direttive europee parlano chiaro: i cittadini vanno informati. Sul progetto erano stati espressi pareri politici ma non tecnici. Cosa succederà adesso? Di sicuro non finisce qui: è però un buon inizio. A questo punto non penso proprio che il 1° luglio gli americani entreranno nell`area Dal Molin“. “Non solo – aggiunge Cinzia Bottene del Presidio Permanente e consigliere comunale di Vicenza Libera – Dovrà essere rifatto anche il bando d`appalto visto che non ha rispettato le direttive europee. Mi sono complimentata con Albera per il successo: ci siamo divisi i campi di azione, ma l`obiettivo è comune e quindi ho gioito con lui“. “L`abbiamo sempre detto che il Dal Molin sarebbe stato il più grande abuso edilizio della storia d`Italia – commenta Pippo Magnaguagno di Rete Lilliput e Comitato Più Democrazia – Il governo Prodi ha sempre parlato di ampliamento perché sapeva che una nuova base (sarebbe la nona in Italia) non era prevista negli accordi del 1954“. Al Presidio Permanente di Rettorgole è festa soprattutto alla faccia dei “nemici“ storici del movimento, cioè ex sindaco Hullweck, commissario Costa e portavoce del “sì“ Roberto Cattaneo: “Smascherati gli illegali che hanno tentato di prendere in giro la cittadinanza. La sentenza del Tar mette a nudo le responsabilità di Costa: il delegato del Governo per la vicenda Dal Molin ha mentito ai cittadini nascondendo i rischi legati alla realizzazione della nuova base Usa e dichiarando che tutto era perfettamente in regola. Ci auguriamo che il commissario abbia la dignità di dimettersi. Hullweck aveva svenduto la città senza alcuna garanzia. Come mai la sua amministrazione non si era preoccupata di chiedere e visionare la valutazione d`incidenza ambientale? Quanto accaduto è gravissimo: in questi mesi, invece di tutelare Vicenza, l`ex sindaco ha tentato in ogni modo di criminalizzare i cittadini che difendono il proprio territorio“.