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Wall Street chiude a +10%. Euribor ai livelli di maggio

Le Borse mondiali rimbalzano, Wall Street lo fa alla grande, Piazza Affari no. È passata così la seconda seduta della settimana per i principali listini, trainati al rialzo dalla previsione che la Federal Reserve, oggi, e la Bce, il 6 novembre, diano una netta sforbiciata ai rispettivi tassi d’interesse per arginare la recessione mondiale oramai in corso. Ad eccezione del listino di Madrid (-1,3%) e di quello milanese, che ha perso il 2,43% (S&P/Mib) sull’ondata di vendite che ha travolto UniCredit (-13,03%) e Intesa SanPaolo (-8,38%), le altre Borse europee sono riuscite a rialzare la testa. Negli Usa, a New York con un rally senza precedenti o quasi il Dow Jones ha guadagnato quasi 11 punti percentuali rispetto a ieri risalendo sopra i 9mila punti, il Nasdaq poco meno del 10%. E tutto ciò è successo in una giornata iniziata non proprio sotto i migliori auspici, con il crollo della fiducia dei consumatori e i prezzi delle case sempre più bassi. Se si prendono in considerazione i punti guadagnati ieri dal Dow Jones (quasi 890), si tratta del secondo miglior risultato del mese, visto che il 13 ottobre l’indice industriale aveva guadagnato ben 936 punti, interrompendo una settimana di sedute anche pesantemente negative. Di seguito gli indici dei titoli guida delle principali Borse mondiali: Tokyo +6,41%; Hong Kong +14,3%; Londra +1,92%; Parigi +1,55%; Milano -2,43%; Francoforte +11,2%; Madrid -1,30%; Amsterdam +0,36%. Intanto, sui mercati dei depositi a brevissimo termine dove le banche si scambiano liquidità, continua la discesa dei tassi, segno che le fortissime iniezioni di liquidità delle banche centrali sta funzionando. Ieri la Bce ha prestato alle banche 325,1 miliardi di euro in asta, l’ammontare più alto dallo scorso dicembre, e oggi l’Eurotower offrirà liquidità illimitata in un’asta a tre mesi. Il tasso Euribor a tre mesi, quello che le banche si applicano fra loro per i prestiti trimestrali, anche oggi è sceso (-5 punti base) raggiungendo il 4,86%, ai minimi dallo scorso 29 maggio. Anche l’Euribor a un mese, che con il 3 mesi funge da parametro per le fluttuazioni delle rate dei mutui, si è allentato ulteriormente di 5 punti base al 4,53%, secondo la European Banking Federation.  Per il Codacons, però, «i tassi stanno scendendo troppo poco e troppo lentamente. C’è spazio, infatti, perchè si raggiungano i livelli minimi del 2008 e che, quindi, l’Euribor scenda ancora, mediamente, di 0,6 punti percentuali». In Italia il mercato del credito rallenta ma continua a crescere. Il sistema bancario italiano è solido, anche grazie al minore indebitamento ed alla prudenza adottata dagli intermediari. Il comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, che si è riunito al Ministero dell’Economia, rassicura sull’impatto della crisi sul sistema italiano anche se non mancano le note di preoccupazione quando si accenna «alla forte flessione delle quotazioni» dei principali istituti bancari nazionali ed «al persistere di tensioni sul mercato interbancario» che l’azione della Bce ha solo lenito, ma non eliminato del tutto. Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, e i presidenti di Consob e Isvap, Lamberto Cardia e Giancarlo Giannini, non sembrano essere quindi emerse criticità tali da convincere Tesoro e Bankitalia a mettere sul tavolo interventi urgenti a tutela del sistema bancario italiano.
 

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