Site icon Codacons Lombardia

Wall Street in rosso: paura-recessione

 

Wall Street prima vola, aspettando l’approvazione del piano da 700 miliardi, poi indietreggia perchè i timori di una recessione sono dietro l’angolo. Incassa il via libera del Congresso al piano salva-finanza rivisitato e le rassicurazioni del Tesoro e della Fed, ma non lo fa festeggiando: i guadagni accumulati nella prima metà di seduta vengono rapidamente limati, con indici altamente volatili che chiudono in negativo, con il Dow Jones che cede l’1,50%, il Nasdaq l’1,48% e lo S&P 500 l’1,35%. Ferma durante le operazioni di voto alla Camera, con gli occhi di tutti gli operatori puntati sugli schermi, la borsa americana non sembra entusiasta del progetto rivisto che potrebbe rivelarsi non sufficiente a risolvere i problemi, soprattutto per l’economia reale che appare sempre più sull’orlo della recessione. Ed è proprio quest’ultima a preoccupare maggiormente e a pesare sugli indici. Invece le Borse europee hanno vissuto, finalmente, una giornata di forte rimbalzo. A Milano l’S&P/Mib risale del 2,59% (anche se il bilancio settimanale resta in rosso del 4,58%). Bene anche Francoforte (+2,41%), Londra (+2,26%) e Parigi (+2,96%). A trascinare i listini, soprattutto i titoli bancari, bastonati negli ultimi giorni, sulla notizia che la banca americana Wachovia è stata acquistata da Wells Fargo a un prezzo ben superiore a quello di Borsa e senza l’intervento statale. Hanno aiutato le parole di Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit, che ha smentito la necessità di vendere assist e così il titolo è risalito del 9,6%. Bene anche Bpm (+7,37%), IntesaSanPaolo +3,45% e Banco Popolare (+3,09). In rialzo i petroliferi. Scoperto su Unicredit La Consob ha vietato le vendite allo scoperto sui bancari, operazione generalmente messa a segno dai ribassisti: si fanno prestare i titoli, li vendono e poi sperano di ricomprarli, più avanti, a prezzi più bassi. Ieri la Consob e la Finanza hanno scoperto che 60 milioni di azioni Unicredit (per 180 milioni di euro) sono state vendute senza che i titoli fossero prima presi a prestito. L’indagine è in corso. Mutui più cari Intanto questa bufera finanziaria ha fatto un danno anche ai milioni di italiani che, negli anni scorsi, hanno comprato un immobile accendendo un mutuo a tasso variabile. Infatti, i pochi fondi circolanti fra una banca e l’altra (causa la diffidenza di ciascun istituto verso i concorrenti) ha fatto salire i tassi di mercato. In particolare è salito al 5,34% il tasso Euribor a tre mesi, quello preso come riferimento dalle banche nel calcolare i tassi variabili. A questa percentuale va poi aggiunto il guadagno della banca (in genere fra 1 e 1,50%) così non è difficile trovare mutui ormai vicini al 7%. Davanti a questo scenario il Codacons si arrabbia: "Nell’ultima finanziaria di Prodi si era stabilito che chi fosse in difficoltà poteva sospendere i pagamenti per 18 mesi. Sono passati 9 mesi e il ministero dell’Economia deve ancora stabilire le norme di attuazione del fondo".
 

Exit mobile version