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Wall Street prima vola, poi arretra. Bene Milano. La Finanza indaga sulle vendite allo scoperto di azioni Unicredit

MILANO. Wall Street prima vola, aspettando l’approvazione del piano da 700 miliardi, poi indietreggia perchè i timori di una recessione sono sono dietro l’angolo. A un’ora dalla chiusura, Dow Jones arretra dello 0,19%, il Nasdaq dello 0,15%. Invece le Borse europee hanno vissuto, finalmente, una giornata di forte rimbalzo. A Milano l’S&P/Mib risale del 2,59% (anche se il bilancio settimanale resta in rosso del 4,58%). Bene anche Francoforte (+2,41%), Londra (+2,26%) e Parigi (+2,96%). A trascinare i listini, soprattutto i titoli bancari, bastonati negli ultimi giorni, sulla notizia che la banca americana Wachovia è stata acquistata da Wells Fargo a un prezzo ben superiore a quello di Borsa e senza l’intervento statale. Come dire che i prezzi espressi dal mercato sono troppo bassi? Si vedrà. Hanno aiutato la ripresa del mercato anche le parole di Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit, che ha smentito la necessità di vendere assist e così il titolo è risalito del 9,6%. Bene anche Bpm (+7,37%), IntesaSanPaolo +3,45% e Banco Popolare (+3,09). In rialzo i petroliferi. Mutui più cari. Intanto questa bufera finanziaria ha fatto un danno anche ai milioni di italiani che, negli anni scorsi, hanno comprato un immobile accendendo un mutuo a tasso variabile. Infatti, i pochi fondi circolanti fra una banca e l’altra (causa la diffidenza di ciascun istituto verso i concorrenti) ha fatto salire i tassi di mercato. In particolare è salito al 5,34% il tasso Euribor a tre mesi, quello preso come riferimento dalle banche nel calcolare i tassi variabili. A questa percentuale va poi aggiunto il guadagno della banca (in genere fra 1 e 1,50%) così non è difficile trovare mutui ormai vicini al 7%. Davanti a questo scenario il Codacons si arrabbia: "Nell’ultima finanziaria di Prodi si era stabilito che chi fosse in difficoltà poteva sospendere i pagamenti per 18 mesi. Sono passati 9 mesi e il ministero dell’Economia deve ancora stabilire le norme di attuazione del fondo". Scoperto su Unicredit. La Consob ha vietato le vendite allo scoperto sui bancari, operazione generalmente messa a segno dai ribassisti: si fanno prestare i titoli, li vendono e poi sperano di ricomprarli, più avanti, a prezzi più bassi. Ieri la Consob e la Finanza hanno scoperto che 60 milioni di azioni Unicredit (per 180 milioni) sono state vendute senza che i titoli fossero prima presi a prestito. L’indagine è in corso. L’economia Usa. Approvato il piano, restano le preoccupazioni. L’economia americana dà segni di cedimento e, adesso, c’è il timore che la crisi finanziaria si riversi sul mondo delle imprese, perchè la difficoltà di ottenere denaro a prestito farà scendere gli investimenti.

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