In relazione alle dichiarazioni di alcuni secondo cui il Wrestling non può rappresentare alcun pericolo perché è tutta finzione e le mosse dei lottatori sono fasulle e studiate a tavolino, il Codacons ha chiesto il parere di alcuni psichiatri infantili, per capire come stanno davvero le cose.
Ebbene, è emerso che è vero l’esatto contrario!
Secondo gli esperti interpellati dall’associazione, infatti, proprio la finzione del Wrestling ha l’effetto di deviare la percezione dei bambini, non facendo capire loro il concetto di dolore e soprattutto i rischi legati a calci, pugni e salti mortali.
Facendo un esempio pratico, se nella boxe il bambino vede il sangue che esce dal naso o dal sopracciglio del pugile colpito, avrà la percezione del ?male? e della sofferenza, e quindi anche del pericolo legato ai pugni.
Al contrario nel Wrestling, essendo i colpi dei lottatori innocui ma solo spettacolari (basti pensare che questi atleti si rialzano incolumi dopo voli da svariati metri d’altezza, proprio perché sono mosse finte provate e riprovate fino ad ottenere la perfezione), il bambino non ha tale percezione, ed è quindi naturalmente portato ad imitare le mosse che vede sul ring, credendole non pericolose.
A tutto ciò bisogna aggiungere ? afferma il Codacons ? che sui ring del Wrestling il pavimento è estremamente elastico, proprio per attenuare i voli e le cadute dei lottatori, e tutto attorno vi sono corde e nessun oggetto spigoloso. Nelle case invece, dove avvengono i casi di emulazione, il pavimento è assai più duro e i bambini sono circondati da pericolosi spigoli e angoli (sedie, tavoli, ecc.).