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Zecche a bordo, Tirrenia sotto accusa

Parla la turista che si è ritrovata ricoperta di zecche a bordo del traghetto Bithia. Accuse alla Tirrenia. “Questa vacanza è rovinata, ancora prima di iniziare“. Sono le parole di Cristina Sassudelli e delle sue compagne di sventura, la mattina dopo l`arrivo in Sardegna a bordo del traghetto “Bithia“ della Tirrenia. La nave nella quale la donna, 41 anni, di Bergamo, dopo la traversata notturna di venerdì si è risvegliata nella sua poltrona di prima classe ricoperta di zecche. “La cosa sconcertante è stata l`atteggiamento dell`equipaggio: non abbiamo ricevuto l`assistenza dovuta, solo il capitano si è attivato subito, ma il personale, a cominciare dal medico, avrebbe dovuto essere molto più sollecito“. Le tre amiche sono ancora sconvolte dall`accaduto, e Cristina, nella sua camera del villaggio Costa Ruja, a Portisco, continuamente bersagliata di telefonate da giornali e televisioni nazionali, cerca di tranquillizzare i familiari preoccupati, soprattutto la figlia. Ma in realtà nemmeno lei è tranquilla. “Guardate questi puntini rossi – dice Cristina indicando la caviglia dell`amica Cinzia Miele – sono apparsi improvvisamente, e noi temiamo che possano essere le punture delle zecche“. In realtà appena si è accorta di essere ricoperta dai parassiti, la turista è stata sottoposta ad una visita medica nell`infermeria della nave. “È stato un controllo molto superficiale – ha detto – il medico, peraltro senza guanti e senza nemmeno aver cambiato la carta sopra il lettino, mi ha solo dato uno sguardo veloce. Durante il controllo sono saltate fuori alcune zecche, e quando nella stanza sono entrate le mie amiche hanno visto che erano lì, morte e ancora sul lettino“. Dopo la visita, a Cristina è stata messa a disposizione la cabina del capitano per fare una doccia, ma è stato solo un parente, da lei contattato telefonicamente, a spiegarle come comportarsi. “Ci hanno dato solo uno spray antiparassiti – si lamentano le tre amiche – noi abbiamo chiesto l`intervento del servizio veterinario della Asl, ma ci hanno detto che era chiuso, e non ci hanno neanche accompagnato alla guardia medica turistica“. A quel punto le tre donne, spaventate e invitate a scendere in tutta fretta perché il traghetto doveva ripartire subito alla volta di Genova, hanno preso un taxi, lasciando la loro auto al personale del villaggio nel quale trascorreranno la settimana di vacanza. “Sono scesa dalla nave con i pantaloni extralarge prestati dal commissario, con i miei vestiti contaminati chiusi in un sacchetto di plastica e una borsa appena comprata perché la mia era invasa dai parassiti“. Ieri mattina la turista si è recata alla polizia per denunciare il fatto, che ormai ha fatto il giro dell`Italia. Una vicenda che ha scatenato indignazione ovunque, e per la quale si chiede qualche provvedimento. “È indispensabile che la Asl faccia gli opportuni accertamenti sanitari“, sottolinea il Codacons. Richieste di interventi arrivano anche da altri fronti, e non solo destinati al servizio sanitario. “La Regione deve accertarsi che siano garantiti certi standard di igiene e che non venga intaccata l`immagine del turismo in Sardegna“, ha dichiarato il consigliere regionale di An Mario Diana. L`episodio capitato a Cristina Sassudelli contribuisce ad accrescere un malcontento già esistente nei confronti della Tirrenia, a causa dell`utilizzo di navi obsolete che non offrono servizi competitivi, nonostante gli elevati costi dei biglietti. “La Compagnia napoletana dovrà rendere conto per i danni che sta facendo all`immagine della Sardegna“, ha detto Bustiano Cumpostu, coordinatore di Sardigna Nazione Indipendentzia. Bruno Murgia, deputato sardo del Pdl, ha aggiunto: “Non dobbiamo perdere tempo a privatizzare la compagnia di navigazione, per assicurare trasporti decenti ai sardi e ai turisti“.

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